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Una quarta ondata di isteria collettiva

di Stefano Pezzola

A.A.A. Coerenza Cercasi Disperatamente

“Test antigenico rapido sufficiente per stabilire positività” dichiara Eugenio Giani ieri martedì 28 dicembre 2021.

Per uscire da quarantena e isolamento da domani in Toscana basterà quindi un test rapido in farmacia.

Sarà così anche in Emilia Romagna e Umbria.

I test rapidi, in caso di risultato positivo, saranno sufficienti per l’indicazione diagnostica di un’infezione da Covid-19, anche senza una conferma con tampone molecolare.

“Faccio appello al Governo, in vista delle decisioni che prenderà domani, affinché vada verso quello che per il contrasto al Covid è ormai necessario: l’obbligo vaccinale o il lockdown per i non vaccinati, sul modello di quanto fatto in Austria e Germania” continua il Presidente Giani.
Walter Riccardi, consulente del Ministro della Salute, individua invece nei test rapidi il vero punto debole della strategia anti-Covid dichiarando “il tampone rapido è il tallone d’Achille. Non abbiamo bisogno di un lockdown per i non vaccinati”.
Il tampone antigenico rapido continua “nel migliore dei casi non certifica la positività almeno del 30% dei soggetti”.
Concludendo con “ecco perché gli accessi ai luoghi pubblici o a quelli di lavoro andrebbero limitati solo ai vaccinati con Green pass, escludendo la possibilità a chi ha un tampone valido”.

Siamo in preda ad una isteria collettiva.
E dobbiamo uscire in fretta da questa quarta ondata di isteria collettiva, recuperando una discussione seria, pacata, pragmatica e basata sui fatti.
Non si contano piu’ le mirabolanti giravolte dei virologi televisivi, soprattutto da parte dei tre tenores.
Prima sentenziano una cosa e qualche mese dopo con una disinvoltura imbarazzante affermano l’esatto contrario.
È successo con la letalità del Covid – si è passati dal dire che era una semplice influenza fino quasi a paragonarlo alla peste – e con il vaccino Astrazeneca, l’unico farmaco sperimentale che a loro insindacabile giudizio scatenava reazioni avverse.
Qualcuno vorrà ricordarmi che questa è la natura stessa della scienza, fatta di prove e controprove.

È pur vero.
Ma qui nulla ha a che vedere con la scienza – esiste infatti anche la prudenza e il dubbio – bensì siamo di fronte alla delirante narrazione di un manipolo di manigoldi.
“Meglio la vergogna sul viso che una macchia sul cuore” ci ricorda Don Chisciotte.
Orbene, c’è soltanto allarmismo e pressapochismo, la scienza ha abdicato in favore della politica e dei media.
E’ quindi ormai indubbio che siamo di fronte a una nuova ondata di pandemenza.
Il 95 per cento dei positivi non ha sintomi e quindi non si può definire malato!
Inoltre una grandissima parte è vaccinata con doppia o tripla dose e quindi quello che veramente conta è sapere quante persone arrivano in terapia intensiva: è questo numero che da’ la reale dimensione della gravità della situazione.
Ed oggi i dati provenienti dalle Terapie Intensive fotografano un virus con una letalità relativamente bassa, può uccidere certo, ma non è la peste.
Ripeto, dobbiamo porre un freno a questa isteria collettiva.
In estate abbiamo vissuto l’isteria da Green Pass, e non c’entrava il caldo!
Oggi in inverno viviamo l’isteria da tamponi, ma in questo caso forse il freddo e la pioggia in po’ c’entrano.
Un’isteria collettiva come sempre detonata da una pessima comunicazione – dopo 24 mesi potrei anche azzardare l’affermazione “comunicazione in malafede” – e da decisioni disordinate e prive di senso pratico e logico.
Non ultime la trovata dei tamponi rapidi antigenici che da pessimo strumento di rilevamento del virus diventano la panacea di tutti i mali, la ruota di scorta di Aziende Sanitarie al collasso.

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