Ad Arezzo la sperimentazione del progetto pilota per “riunificare” Misericordie e Fratres 

La provincia di Arezzo sarà la protagonista di un progetto pilota nazionale per la “rigenerazione del legame fra le Misericordie e la Fratres (donatori di sangue)”. 

La nostra realtà è stata prescelta per l’alto numero di Confraternite presenti (ben 36) e altrettanti gruppi della Fratres (26). Ma soprattutto per la spinta propulsiva che a questo progetto nazionale è arrivato proprio dalla Misericordie aretine e dalle sezioni Fratres, fra le quali il legame, nonostante la separazione determinata dalle normative, non è mai venuto a mancare. 

L’incarico di sperimentare il riavvicinamento proprio al territorio aretino dalle rispettive dirigenze nazionali, responsabilizza fortemente sia i quadri delle sue organizzazioni che i quasi 50.000 cittadini (6.000 donatori Fratres ed oltre 40.000 soci delle Misericordie): è una esigenza che parte dal basso e che sarà resa concreta con i 10 passi operativi che sono stati individuati e definiti  per ritrovare lo spirito originario che lega le due associazioni di matrice volontaristica cristiana. 

Negli anni ’50 la confederazione delle Misericordie  d’Italia (oggi presieduta da Domenico Giani) fece nascere i primi gruppi di donatori di sangue Fratres. Nel 1971 fu fondata la consociazione nazionale dei gruppi donatori Fratres delle Misericordie. Quindi una diretta emanazione. Nel 1989 per necessità legislative si rese necessaria una autonomia gestionale, con la rescissione formale di Fratres dalle Misericordie. 

 

Progetto pilota decollato da pochi giorni 

Nel salone della sede storia della Misericordia di Arezzo si è svolto il primo incontro operativo, alla presenza di esponenti di primo piano delle 36 Misericordie aretine e dei 26 gruppi Fratres presenti nel territorio. Presente una delegazione di Fratres nazionale, guidata dal Presidente nazionale Fratres Vincenzo Manzo. Delegato a rapprsetare le Miseriordia d’Italia dal presidente Giani, il Governatore della Misericordia di Arezzo Pier Luigi Rossi, già responsabile dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Salute della CEI e curatore per conto delle Misericordie d’Italia del controllo sul processo di riunificazione con Fratres. 

Bell’incontro sono state rievocate le ragioni storiche della suddivisione delle due sigle, motivazioni formali e mai sostanziali:  una mancata o insufficiente comunicazione di questo aspetto ha poi lasciato che, in alcuni casi, questa memoria delle comuni radici si perdesse e nascesse l’equivoco che tale suddivisione fosse anche identitaria. Così non è, ed è stato ribadito dalle due organizzazioni, senza ovviamente nascondere una serie di problematiche che tale progetto comporta di superare. 

Adottato il protocollo nazionale siglato da Misericordie e Fratres, che prevede la creazione di un gruppo di lavoro interassociativo nazionale di livello “politico” e di uno operativo di livello tecnico che possa “inventariare” la reciproca situazione nel territorio, cioè capire in quali comuni sono presenti entrambe le associazioni, solo una delle due o nessuna; dallo stabilire un iter di incontri reciprocamente informativi al mettere a punto una comunicazione coordinata in cui i rispettivi emblemi e legami compaiano assieme; dalla redazione di un codice etico condiviso del Volontario all’inserimento nei moduli formativi di ciascuna associazione di sessioni riguardanti la storia, le attività e i servizi dell’altra e viceversa.

Per le 62 strutture della nostra Provincia è indubbiamente un onore, ma anche un onere, tracciare la giusta via capace di creare un modello esportabile in ogni altro ambito, dopo valutazione dei risultati nei due rispettivi Consigli Nazionali. Dopo la provincia di Arezzo sarà l’intera Toscana a svolgere il secondo progetto pilota di più ampio respiro per poi andare ad una applicazione nazionale.  

Di certo l’entusiasmo per questa “rigenerazione” è stato palpabile, con reciproci riconoscimento. Nel giro di poche ore è stato formato il comitato che sta già redigendo quella mappatura fondamentale per disegnare il futuro della consociata Misericordia-Fratres. La base sta già rispondendo positivamente anche in considerazione che moltissimi soci sono contemporaneamente già presenti nell’una e nell’altra struttura.