Cherici: “Non accettiamo strumentalizzazioni né banalizzazioni”

Aisa Impianti è un’azienda di proprietà del comune di Arezzo assieme ad altri 11 comuni della Provincia, pubblica per il 96%. Il nostro compito di amministratori è tutelare l’Azienda nell’interesse di tutti i cittadini, nessuno escluso. In sintesi noi amministratori dobbiamo operare in contesti formali per tutelare l’integrità del patrimonio aziendale e i suoi lavoratori.

Il motivo per cui esiste AISA Impianti è per garantire il corretto trattamento dei rifiuti urbani con standard ambientali ben precisi.

I flussi di rifiuti e le situazioni particolari (ad esempio la distruzione dei rifiuti covid infetti provenienti dalle utenze domestiche della Regione, come il recupero della frazione organica della raccolta differenziata proveniente dal grossetano a causa dell’incendio che ha semidistrutto l’impianto di zona, ecc.) sono regolati dalle competenti autorità (autorità di ambito, Regione Toscana, ecc.).

E’ ARERA invece a determinare i corrispettivi che i cittadini pagano in bolletta mentre i comuni in accordo con il gestore delle raccolte (SEI Toscana) organizzano più in generale il servizio di igiene urbana (raccolta, spazzamento e trasporto).

Le autorizzazioni impiantistiche sono ottenute dopo un iter valutativo estremamente scrupoloso e rigidi controlli e prescrizioni che non lasciano spazio a interpretazioni. La Legge di riferimento che regola anche gli aspetti emissivi è una normativa fra le più restrittive al mondo in campo ambientale e tutela della salute pubblica.

In buona sostanza Aisa Impianti può solo ottimizzare le varie forme di recupero e generare valore economico, per apportare migliorie impiantistiche e per contenere il costo della tariffa rifiuti, secondo le regole di ARERA e non in autonomia.

Aisa Impianti deve ricevere i rifiuti come prescritto dalle competenti autorità e si può rifiutare solo per evidenti motivi tecnici e per brevissimi periodi, il polo tecnologico di San Zeno è compreso tra gli impianti strategici nazionali.

Riguardo al problema recentemente sollevato sulle emissioni odorigene l’Azienda, sottoposta ingiustamente a un linciaggio mediatico, viene indicata come fonte di ogni cattivo odore. Facile bersaglio anche di alcuni consiglieri comunali che, cavalcando la protesta, dimostrano di non avere ben chiaro il loro ruolo.

Quanto evidenziato dai cittadini che hanno sollevato il problema e con cui siamo in contatto da tempo, è importante. Durante l’estate io stesso mi sono recato nelle varie frazioni e ho incontrato alcuni cittadini che lamentavano disagi e con i quali sono telefonicamente in contatto. Tutto però va ricondotto alla forma corretta, che poi determina la sostanza, evitando che alcuni personaggi trasformino dei cittadini che esprimono un lecito disagio in qualcosa di diverso.

Detto ciò deve essere chiaro quanto segue:

1) occorre stabilire la fonte o le fonti che generano i cattivi odori perché il territorio è molto complesso e sono presenti molti fattori confondenti. Abbiamo notizia di altre numerose cause di cattivo odore che non ci riguardano e che potrebbero riguardare altri, oppure le modalità di trasporto dei rifiuti, nonché i sistemi di raccolta porta a porta dell’organico;

2) l’Azienda ha già programmato – su indicazione del Sindaco e dell’Assessore di Arezzo – di eseguire ulteriori interventi di up-grade dei presidi ambientali anti-odorigeni sulla linea di compostaggio;

3) la spesa per implementare i presidi ambientali di cui sopra, qualora le cause di emissioni odorigene fossero estranee al ciclo di lavorazione della frazione organica da raccolta differenziata, ricadrebbero in bolletta a danno di tutti senza portare i necessari risultati. 

In una situazione del genere è irresponsabile che una parte politica indichi in AISA IMPIANTI la causa inequivocabile dei cattivi odori e faccia finta che tutte le altre realtà, che i cittadini ben conoscono, non esistano.

Aisa Impianti opera in regime di qualità, è dotata di un organismo di controllo e vigilanza ed ha il massimo rating di legalità. Siamo quindi i primi a perseguire un sistema di lavoro a tutela ambientale e a reinvestire gli utili in miglioramento impiantistico a tutela dell’ambiente e della salute pubblica. Nessuno è latitante come qualcuno vorrebbe far credere tant’è che già alcune settimane fa l’Azienda ha comunicato alla stampa di avere già deliberato l’upgrading dei sistemi di filtrazione della linea di trattamento della raccolta differenziata dell’organico, notizia che non è stata presa in minima considerazione da chi oggi strumentalizza un gruppo di cittadini.

Non è stata neanche considerata la notizia, uscita alcuni giorni fa, che il Comune di Arezzo ha stabilito di procedere ad un’azione di monitoraggio a largo spettro per fare una mappatura delle emissioni, un tema di miglioramento ambientale su cui anche questa Azienda ha sempre investito. Tale monitoraggio prevede, tra l’altro, il coinvolgimento attivo della cittadinanza.

Tali attacchi vengono immotivatamente proposti in un momento in cui l’Azienda ha dato corso ad un importante piano di investimenti (senza impatti in bolletta) per la produzione di biometano, compost biologico, energia elettrica, idrogeno verde e recupero della CO2 prodotta.

Screditare l’impianto di recupero totale di San Zeno significa danneggiare l’anello essenziale al funzionamento dell’economia circolare e della futura comunità energetica, aumentando il disagio di quei cittadini che, come giusto, desiderano di essere ascoltati e non strumentalizzati.

                                                                                                          Il Presidente                                                                                                              (Giacomo Cherici)