In libreria arriva Il Grullo Parlante di Filippo Nibbi


Filippo Nibbi è un carissimo amico.
Per chi non lo conoscesse – impossibile nella nostra città – è nato a Cortona nel 1935.
Ad Arezzo abita in via Fantastica al numero 33, nome che Lui stesso ha dato alla strada dove si trova la sua abitazione.
Laureato in Matematica e Fisica all’università di Bologna, è scrittore della Fantastica, ovvero “l’arte di inventare il possibile e renderlo reale con il gusto del sogno, delle creatività e del piacere. Disciplina propedeutica alla poesia, momento di autenticità assoluta conseguito mediante la re-invenzione linguistica e la ri-fondazione della realtà”.
Come si possa coniugare la Fantastica con la Geometria è riportato in alcune riviste specializzate tra cui Scuola e Didattica, Insegnare, Foglio Lapis.
Ha curato per Editori Riuniti, Esercizi di Fantasia, libro postumo di Gianni Rodari.
Ha pubblicato moltissimi libri.
Tra le sue pubblicazioni ricordo il poema Parlando di mio nonno Polifemo ma soprattutto il testo teatrale Francesco d’Assisi Uomo di Pace, rappresentato presso la Casa dell’Amicizia di tutti i Popoli a Leningrado nel gennaio 1990.
Ed io con orgoglio posso affermare ya byl zdes’ che spero davvero in russo significhi quello che volevo significare ovvero io c’ero.
Ieri Filippo mi ha inviato un simpatico whatsapp per segnalarmi l’uscita de Il Grullo Parlante il suo nuovo libro di poesie pubblicato con Giovane Holden Edizioni.
Il Grullo Parlante è creatura sfuggente, intrisa di ironia al punto di farsi beffa anche del suo stesso nome.
Perché questo Grullo grullo non è, bensì sagace poeta, che della propria libertà ha saputo fare un tesoro prezioso.
È curioso, il Grullo, e non c’è una etichetta che gli possa restare addosso.
Conosce il mondo nella saggezza della sua piena esperienza, e nello stesso tempo altro non fa che meravigliarsene, di continuo.
Quelle che vive sono avventure fluide, di cielo e di acqua, di anime e di cuore: nelle loro note echeggiano le atmosfere di Gianni Rodari, ma pervase di un tono peculiare, dal surrealismo più profondo, che non si scoraggia di andare in caccia dei tratti perennemente elusivi del sogno.
I versi si distaccano dal rigore del più tradizionale ordine formale, preferendo dedicarsi a inseguire il segreto ineffabile del pensiero che corre, salta, anzi vola di immagine in immagine, di registro in registro, di impressione in impressione, su sentieri fuori dal tempo, popolati da parole cangianti e dalle mille suggestioni.
Gli orizzonti dei significati sfumano allora gli uni sugli altri, e sono rapidi a ribaltarsi e finanche a moltiplicarsi, in un gioco espressivo graffiante e caleidoscopico.
Il Grullo ci regala storie morali dove però una vera morale non c’è, ma piuttosto un invito, per ciò che in ognuno di noi è un bambino un po’ cresciuto, a riconoscere e accogliere lo stupore che ci sta intorno.
Nel suo messaggio whatsapp Filippo mi ha invitato a scrivere una recensione.
Ma poiché per scrivere una recensione occorre leggere con attenzione il libro da recensire, domani, lo giuro, correrò in libreria ad acquistarne una copia, confidando che poi l’amico Filippo mi scriverà una dedica sulla prima pagina autografandolo.