Segnalare le reazioni avverse è un gesto di responsabilità

Papa Francesco ha invitato alla vaccinazione contro il coronavirus ribadendo che si tratta di un gesto semplice ma profondo per un futuro migliore, un gesto d’amore.

Che la salute sia un diritto di tutti e che per tutti debba essere tutelato è stato più volte ribadito da Papa Francesco.

Il Pontefice è tornato nuovamente sul tema, stavolta appellandosi alle coscienze di ciascuno, auspicando un atteggiamento responsabile per fronteggiare insieme la pandemia.

Vaccinarsi, con vaccini autorizzati dalle autorità competenti, è un atto di amore. E contribuire a far sì che la maggior parte della gente si vaccini è un atto di amore. Amore per sé stessi, amore per familiari e amici, amore per tutti i popoli. L’amore è anche sociale e politico, c’è amore sociale e amore politico, è universale, sempre traboccante di piccoli gesti di carità personale capaci di trasformare e migliorare le società” ha ricordato.

L’ approvazione di un vaccino o di un nuovo farmaco in Europa, comporta di prassi il monitoraggio delle reazioni avverse ai fini di evidenziare tempestivamente eventuali rischi per la sicurezza e tutelare i cittadini.

Si intende per evento avverso che segue la vaccinazione (AEFI – Adverse Event Following Immunization) un qualsiasi episodio sfavorevole di natura medica che si verifica dopo la somministrazione di un vaccino, ma che non necessariamente è causato dalla vaccinazione.

Raccogliere e analizzare tutte queste segnalazioni  è anch’esso un gesto d’amore e di responsabilità.

Al link: www.aifa.gov.it/moduli-segnalazione-reazioni-avverse è possibile scaricare la scheda di segnalazione per il cittadino da trasmettere per mail a: farmacovigilanza@uslsudest.toscana.it.

E’ possibile anche inserire la segnalazione online al seguente indirizzo: www.vigifarmaco.it.

Gli operatori sanitari e i cittadini debbono segnalare sospette reazioni avverse in seguito alla somministrazione del vaccino anti-Covid.

Perchè è importante segnalare sospetti eventi avversi?

Perchè queste segnalazioni costituiscono un’importante fonte di informazioni per rilevare potenziali segnali di allarme relativi all’uso dei vaccini.

La segnalazione può essere effettuata direttamente da chiunque osservi l’evento o ne venga a conoscenza, sia esso operatore sanitario o semplice cittadino.

Preme ricordare che il DL 44/2021 che prevedeva in origine un unico articolo (Art.3) in relazione alla “Responsabilità penale da somministrazione del vaccino anti SARS-CoV-2”, composto da un solo comma, ha poi previsto di l’esclusione della punibilità in relazione sia all’omicidio colposo (Art.589 del Codice Penale) sia alle lesioni personali colpose (Art.590 del Codice Penale) conseguenti alla somministrazione di un vaccino anti-Covid avvenuta durante la campagna vaccinale straordinaria.

Tale esclusione è pacifica, recita il testo, “ quando l’uso del vaccino è conforme alle indicazioni contenute nel provvedimento di autorizzazione all’immissione in commercio emesso dalle competenti autorità e alle circolari pubblicate sul sito istituzionale del Ministero della salute relative alle attività di vaccinazione.

Nel caso in questione, pare più opportuno quindi parlare di “immunità penale” che di “scudo penale”.

L’articolo 3-bis del citato D.L. 44/2021 riguarda altresì soltanto la responsabilità penale e non certo quella civile degli operatori sanitari che quindi in questa ambito restano senza protezione.

Profili di responsabilità civile che si prospettano piu’ ampi rispetto a quelli penali anche perché la valutazione del nesso di causalità, nell’ambito del giudizio civile, è certamente piu’ lasca di quella propria del penale.

In caso quindi non Vi sia segnalazione da parte del medico della presunta reazione avversa il cittadino può percorrere altre strade ovvero depositare un atto di denuncia presso l’Autorità Giudiziaria (Procura della Repubblica territoriale) segnalando la data del vaccino e l’insorgenza della reazione avversa grave entro 90 giorni dall’inoculazione della dose con ipotesi delittuose di cui agli artt. 582, 583 e 590 del C.P.) e depositare un atto giudiziario nella forma di atto di citazione con cui chiamare in giudizio civile il medico vaccinatore, rendendosi disponibile allo stesso tempo a sottoporsi perizia medico-legale.

L’azione si propone ai sensi dell’art. 2043 del Codice Civile (il danno ingiusto).

La Procura della Repubblica di Arezzo si trova in piazza Giovanni Falcone e Paolo Borsellino (tel. 0575 17381 – procura.arezzo@giustizia.it).