Trasporto scolastico, Regione Upi e Anci scrivono al Governo

Con le attuali regole gli enti locali e la Regione non saranno in grado di dare risposta alle aspettative degli studenti toscani e delle loro famiglie. E’ questo il senso della  lettera inviata oggi all’attenzione dei Ministri dell’istruzione, della salute, dei trasporti ed al presidente del Consiglio dei Ministri da Regione Toscana, Anci Toscana ed Upi Toscana, per far loro presenti le difficoltà per il trasporto pubblico scolastico generate dal DPCM dello scorso 8 agosto e chiedere chiarimenti ed eventuali deroghe che consentano agli studenti di viaggiare – con mascherina – a bordo dei mezzi pubblici ad una distanza analoga a quella che viene accettata in classe.

“Quello che stiamo vivendo – è scritto nella lettera – è un periodo di straordinaria incertezza, nel quale la cornice entro la quale siamo chiamati ad operare è in costante mutazione per motivi che sfuggono completamente al nostro controllo. Sul tema del trasporto pubblico per gli studenti che devono raggiungere le sedi degli istituti scolastici, in Toscana è stato fatto, nei mesi scorsi, un lavoro importante, fino alla faticosa individuazione di un assetto organizzativo nuovo che, utilizzando tutte le risorse di mezzi e di persone disponibili sul territorio poteva consentire di dare agli studenti e alle loro famiglie risposte coerenti con le esigenze scolastiche. Questo fino all’entrata in vigore del DPCM dello scorso 8 agosto. Le nuove regole previste dal DPCM in tema di distanziamento anche a bordo dei mezzi di trasporto pubblico rende assolutamente non sostenibile la prevedibile domanda da parte degli studenti, se non sarà  modificato il modello organizzativo degli istituti scolastici, soprattutto in riferimento agli orari di afflusso alle scuole”.

Regione, Anci e Upi ricordano ai Ministri ed al Premier che il numero dei mezzi disponibili rappresenta una ‘invariante’ (nonostante sia stato considerato ed autorizzato il ricorso all’uso di ncc e bus turistici) attualmente non sufficiente a coprire la domanda se sarà mantenuto l’obbligo di utilizzare esclusivamente il 50/60% dei posti disponibili.

“Per quanto sia oggi impossibile prevedere come le famiglie affronteranno il tema della mobilità nel contesto emergenziale – si conclude la lettera – è grande la preoccupazione di non riuscire a dare le risposte attese. In questo senso sarà importante che si adottino misure coerenti nelle eventuali deroghe di cui si legge sulla stampa in questi giorni. Sarebbe per noi difficile comprendere e spiegare ai cittadini per quale motivo si pensa a deroghe che consentano agli studenti di sedere per ore a meno di un metro quando sono in classe; e non si consenta, invece, sempre con l’uso della mascherina, di sedere alla stessa distanza su un bus o su un treno”.