Violeta di Isabel Allende


a cura di Roberto Fiorini

Scrittrice e giornalista, dopo aver terminato gli studi a Santiago del Cile, lavora dapprima per la FAO, quindi si dedica ad un giornalismo impegnato, scrivendo anche per il cinema e la televisione.
Nipote di Salvador Allende, vive in esilio dal 1973, anno del golpe organizzato dal generale Augusto Pinochet Ugarte, al 1988, anno della caduta di Pinochet.
In esilio scrive il suo primo romanzo, La casa degli spiriti che nel 1993 arriva al cinema.
Ha scritto storie basate sulle sue esperienze di vita, ma ha anche parlato delle vite di altre donne, unendo insieme mito e realismo.
I libri di Isabel Allende sono stati tradotti in più di 42 lingue e hanno venduto circa 75 milioni di copie in tutto il mondo.
La sua carriera spazia dalla narrativa alla saggistica.
Ha anche creato la Isabel Allende Foundation in memoria di sua figlia morta nel 1992, lavorando per dare potere alle donne e alle ragazze di tutto il mondo.
Il nuovo romanzo, Violeta, pubblicato in Italia da Feltrinelli, abbraccia 100 anni di storia e racconta la vita turbolenta della sua eroina sudamericana.
L’idea di scrivere questo nuovo romanzo è nata quando sua madre è morta, poco prima dell’inizio della pandemia.
La mamma era nata nel 1920 quando un’altra pandemia, quella influenzale, raggiunse l’America Latina.
Come ama ricordare Isabel Allende “quando scrive, non ho un piano e non ho un messaggio da trasmettere, desidero soltanto che i personaggi vengano a me, che mi lascino raccontare una storia“.
Violeta nasce in una notte tempestosa del 1920, prima femmina dopo cinque maschi.
Fin dal principio la sua vita è segnata da avvenimenti straordinari, con l’eco della Grande guerra ancora forte e il virus dell’influenza spagnola che sbarca sulle coste del Cile quasi nel momento esatto della sua nascita.
Grazie alla accortezza del padre, la famiglia esce indenne da questa crisi soltanto per affrontarne un’altra, allorché la Grande depressione compromette l’elegante stile di vita urbano che Violeta aveva conosciuto fino ad allora.
La sua famiglia perde tutto ed è costretta a ritirarsi in una regione remota del paese, selvaggia e bellissima.
Lì la ragazza arriva alla maggiore età e conosce il suo primo pretendente.
Violeta racconta la sua storia a Camilo in cui ricorda i devastanti tormenti amorosi, i tempi di povertà ma anche di ricchezza, i terribili lutti e le immense gioie.
Sullo sfondo delle sue alterne fortune, un paese di cui solo con il tempo Violeta impara a decifrare gli sconvolgimenti politici e sociali.
Ed è anche grazie a questa consapevolezza che avviene la sua trasformazione con l’impegno nella lotta per i diritti delle donne.
Una vita eccezionalmente ricca e lunga un secolo, che si apre e si chiude con una pandemia come anticipato.
Violeta è nata nello stesso periodo di sua mamma, in un luogo che molti lettori identificheranno come il Cile.
La madre di Isabel Allende era come Violeta, bella, talentuosa, visionaria, ma anche una madre dipendente economicamente dal marito.
Violeta invece è una persona che può guadagnarsi da vivere, e questo fa una grande differenza.
In molte interviste Isabel Allende ha tenuto a precisare che non può esserci femminismo se non puoi sostenere te stesso e i tuoi figli, perché se dipendi, allora qualcun altro dà gli ordini.
Violeta è un romanzo epistolare.
Anche il debutto di Isabel Allende, La casa degli spiriti, è nato da una lettera a suo nonno.
Infatti ha confidato spesso che ama scrive lettere.
Scriveva a sua madre che rispondeva ogni singolo giorno per decenni.
Il figlio ha costituito una società per digitalizzare tutte queste lettere e ha calcolato che ce ne sono circa 24 mila.
C’è tutto in quelle lettere, tutta la vita di sua madre ma anche la vita della figlia, il suo mondo interiore.
Ora che la mamma non c’è più, Isabel ha perduto questa sorta di registro giornaliero della vita, i giorni adesso passano forse troppo velocemente.
Mentre scrive  è costantemente alla ricerca di silenzio, solitudine e tempo.
Tempo per ascoltare la disperazione, la violenza e la povertà dei nostri giorni.
Ha iniziato a scrivere Violeta l’8 gennaio, un data che all’inizio poteva sembrare soltanto una superstizione, ma che con il tempo è diventata disciplina.
Isabel Allende ha iniziato a scrivere tutti i suoi libri in quella data che guarda caso coincide anche con la data del mio compleanno.
Coincidenze.
Quel giorno racconta un rituale che va avanti da sempre.
Brucia un po’ di salvia, accende le due candele e passa la giornata con la porta chiusa.
Di solito quando esce dalla stanza i fan hanno inviato fiori, email e scatole di bucce d’arancia ricoperte di cioccolato fondente.
Questo le dà forza e gioia per iniziare a scrivere.
Violeta è un romanzo di formazione.
Violeta vive una vita vorticosa: sposa tre uomini diversi, sperimenta l’ascesa e la caduta del presidente cileno Salvador Allende, la successiva giunta militare e le sue conseguenze, e cresce due figli fino all’età adulta.
Vive una vita di avventure e intrighi fino a quando non comprende che sta per morire nel 2020.
Affrontare un’intera vita in poco piu’ di 300 pagine è un’impresa significativa.
Da bambina esuberante a nonna saggia, il lettore osserva Violeta crescere con il passare dei decenni.
Allende non evita i momenti più difficili della vita, come quando Violeta sperimenta molteplici tragedie familiari, rappresentando anche i momenti più privati.
Una donna straordinaria, cento anni di storia, una storia indimenticabile.
Attraverso gli occhi di una donna la cui passione, determinazione e senso dell’umorismo la porteranno dentro una vita piena di sconvolgimenti, Isabel Allende ci accompagna ancora una volta in un’epopea che è allo stesso tempo ferocemente ispiratrice e profondamente emotiva.
Isabel Allende è una narratrice meravigliosa.
La sua voce distinta e la sua vivida immaginazione hanno cullato i lettori per molti anni.
Come gli altri romanzi, Violeta è popolato da personaggi incredibili, eventi emozionanti, romanticismo, problemi, tesori e, in questo caso, una grande quantità di storia, dal momento che Violeta vive fino a 100 anni.
Violeta è esuberante, emotivamente voluttuosa, propensa al rischio, sensuale, intelligente e schietta.
È anche divertente e di successo.
Violeta è una donna audace, il suo carattere si sviluppa man mano che matura e la sua vita diventa inevitabilmente più complessa mentre vive attraverso gli sconvolgimenti sociali e politici che il suo paese, il Cile, subisce.
È coraggiosa in risposta alle difficoltà personali.
È amorevole e tenera, ma non tollera gli sciocchi.
Una donna pratica.
Il viaggio del lettore è arricchito dalla sensazione di essere quasi un compagno di avventure di Violeta in questo lungo e appassionante racconto.
Violeta racconta con intensità e precisione gli eventi che hanno plasmato il secolo scorso in Sud America.
Una narrazione sincera che cattura con autenticità il lettore che percepisce fin da subito come l’esperienza individuale sia sempre e ovunque inseparabile dal tessuto contestuale del mondo più ampio.
Incarnazione della saggezza, condita di arguzia e umiltà, Violeta è una donna da cui è difficile separarsi, pagina dopo pagina.
Sono venuta al mondo un venerdì di tempesta del 1920, l’anno del flagello. La sera della mia nascita era saltata la corrente, come spesso succedeva durante i temporali, ed erano state accese le candele e i lumi a petrolio, sempre a portata di mano per le situazioni di emergenza”.
Così esordisce Violeta nel suo racconto scritto dalla penna ricca, colorata, coinvolgente, legata alla storia di Isabel Allende che tiene a ricordarci che “non esistiamo senza il passato e i suoi insegnamenti, perché siamo fatti dei nostri sentieri e di tutti i nostri legami”.